14 Gennaio 2019
"Memorie di Roccia e Neve" è insieme una pura dichiarazione di amore per immagini nei confronti del Gran Sasso ed una preziosa testimonianza di cosa volesse dire vivere il massiccio appenninico nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento, ossia quando questa montagna era ancora tutta da scoprire. Il volume fotografico è edito da Ricerche e Redazioni di Teramo, può contare sull'introduzione firmata da Stefano Ardito e pesca a piene mani dagli scatti dalla collezione privata del curatore Luca Angeletti, il quale in questo modo ha scelto di aprire verso l'esterno quello che può essere definito un vero e proprio scrigno di tesori. La presentazione al pubblico del volume, sabato sera, ha avuto come teatro la Birreria Gran Sasso di L'Aquila, coincidendo con il primo appuntamento della rassegna culturale "Libri in Birreria". Nelle intenzioni dello staff, l'idea è di procedere ad un ampliamento - anche verso il fronte culturale - di quel concetto di promozione del territorio che da sempre è stato cifra caratteristica e caratterizzante della loro attività . Il libro, nelle sue circa 120 pagine, abbraccia tutto il Gran Sasso, offre scorci delle vette viste sia dal versante aquilano che dal versante teramano, racconta di escursionisti, sciatori, rocciatori, indugia sugli uomini e le donne che hanno fatto la storia della montagna (due nomi, Aldo Bonacossa e Ninì Pietrasanta che si dedicarono alla prima traversata sciistica del Corno Grande), entra nei rifugi di alta quota, nell'Albergo di Campo Imperatore per spingersi fino a documentare le prime corse della Funivia. L'ultima parte è invece dedicata ai cimeli: cartine, pieghevoli turistici, ma anche spille e distintivi che parlano di un Gran Sasso che nell'epoca abbracciata dal libro aveva una presa turistica non indifferente. Nel mezzo, a far da collante, alcune suggestive immagini del Santuario della Madonna d'Appari. Un luogo che, spiega Luca Angeletti, per lui rappresenta il vero confine tra area urbana e area montana, dunque snodo nevralgico ed imprescindibile di questa personale via ferrata per immagini che è "Memorie di Roccia e di Neve".