16 Gennaio 2020
Continua il botta e risposta sui fondi destinati all’edilizia sanitaria abruzzese. A tornare sull’agomento è l’assessore alla sanità Nicoletta Verì che rispondendo alle accuse lanciate dal sindaco di Lanciano Mario Pupillo dice: "I 143 milioni per l'edilizia sanitaria, destinati alla costruzione dei nuovi ospedali in Abruzzo, non sono stati affatto trasferiti alla Regione, perché i ministeri non si sono ancora espressi sull'accordo di programma trasmesso a Roma oltre un anno fa dall'ex assessore Paolucci. E senza la firma di quel documento non è possibile programmare o avviare alcun progetto. Quei 143 milioni - continua l'assessore - sono stati solo assegnati alla Regione Abruzzo, ma non ancora deliberati o tantomeno erogati. Chiedo al sindaco di Lanciano di farci sapere, visto che dice di esserne a conoscenza, qual è l'accordo di programma che renderebbe utilizzabili queste somme. Va poi ulteriormente chiarito che, in ogni caso, l'accordo presentato a suo tempo (e per fortuna non approvato), deve essere aggiornato alla luce dei nuovi finanziamenti per l'adeguamento sismico delle strutture. Ricordo ancora una volta - prosegue la Verì - che i progetti per i nuovi nosocomi di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona non sono della giunta Paolucci-D'Alfonso, ma risalgono all'amministrazione di Gianni Chiodi, quando ero presidente della Commissione consiliare Sanità . E' necessaria una verifica approfondita – rimarca la Verì - sia per analizzare la compatibilità con i piani di fabbisogno di personale e sia soprattutto per la loro sostenibilità finanziaria, perché prevedevano una compartecipazione del privato intorno ai 150 milioni di euro, da rimborsare come canoni negli anni della successiva concessione". Il costo corrispondente ad una anticipazione di quel genere, per una durata media di 25 anni, ammonterebbe a non meno di 20 milioni annui a carico del bilancio delle Asl interessate. Il tutto senza la prova di reali economie di gestione derivanti dalla realizzazione dei nuovi ospedali. Anzi, verrebbero erose quote consistenti della spesa corrente (quella cioè destinata all'assistenza sanitaria) per saldare i canoni al privato. " Questo governo regionale, invece – conclude l’assessore, punta a individuare nuove fonti di finanziamento che siano sostenibili per le casse delle Asl e non vadano a sottrarre risorse all'assistenza ai cittadini".