07 Gennaio 2021
Se ne è andato in punta di piedi all’inizio di un anno che deve rappresentare la rinascita ed il ritorno alla vita normale. Attilio Cecchini, tante vite contenute in quei 95 anni di vita che ha saputo vivere con l’intensità e la cura che si deve. Avvocato penalista, principe del foro aquilano di cui era diventato punto di riferimento per tanti giovani e meno giovani avvocati che il lui vedevano l’esempio di come si fa la professione. Per tutti Don Attilio. Tante vite come detto concentrate in un continuo di eventi ed emozioni. Quasi un secolo di vita nel quale è cambiato tanto ma al contempo nulla perché lo sguardo di Don Attilio era sempre lo stesso nei confronti delle cose. Onesto e gentile, buono e acuto, figlio di un tempo che non c’è più e che con la sua scomparsa manca se possibile anche di più. Attento osservatore di profondi mutamenti della società, sempre pronto per le nuove sfide che anno dopo anno la vita gli aveva proposto davanti e che Don Attilio raccoglieva con lo spirito di un vero combattente. Avvocato si ma anche giornalista. Nel 1950 nonostante esercitasse la professione forense, emigrò in Venezuela fondando insieme all’amico Gaetano Bafile, il giornale “La Voce d’Italia”, periodico che aveva come obiettivo, la difesa dei diritti degli emigrati italiani a Caracas per poi rientrare in Italia dopo il clima diventato davvero troppo ostile che si respirava nel paese sud americano. Tornato nel Bel Paese l’avvocato Cecchini si butta nuovamente nella sua professione, scardinando il teorema Tragnone nello scandalo Pop quando l’intera giunta della Regione Abruzzo fini agli arresti, era il 1992, per una presunta clientopoli. Cecchini difese gratuitamente anche Michele Perruzza protagonista del delitto di Balsorano. Si arriva ai giorni nostri dove l’Avvocato Cecchini mise in mostra tutta la sua esperienza e bravura nei diversi processi del post sisma dell’Aquila, uno su tutti quello alla commissione grandi rischi. Una parentesi poi quella politica, forse unico grande rimpianto, con quella sconfitta contro Antonio Centi nel 1994 nella corsa a primo cittadino del Capoluogo di Regione. Un combattente che fino all’ultimo ha dato tanto a questa città e alla sua gente, riservando a tutti coloro hanno avuto l’onore di conoscerlo una parola buona ed uno sguardo positivo verso il futuro.