23 Gennaio 2021
Con l’emergenza sanitaria al centro della scena a preoccupare oltre ai dati sanitari che comunque mostrano negli ultimi giorni una flessione seppur lieve, è il fronte che riguarda il fisco e le scadenze che sono state prorogate al 31 di gennaio, ovvero per pochi altri giorni. Al momento, fino a quella data, grazie all’effetto del nuovo dpcm che sposta di soli 15 giorni la scadenza, rimarranno bloccati infatti il termine per la notifica delle cartelle esattoriali e degli atti di accertamento, di contestazione, di liquidazione, rettifica e ovviamente di irrogazione delle sanzioni oltre che del recupero dei crediti di imposta. Prorogata fino al 31 01 anche la sospensione degli obblighi di accantonamento che derivano dai pignoramenti presso terzi, che sono relativi a somme dovute a stipendio pensioni o altro tipo di indennità , mentre resta confermata l’obbligatorietà nell’adempimento degli obblighi di versamento circa le notifiche delle cartelle esattoriali da parte della PA. In tal senso infatti le stesse amministrazioni dovranno provvedere a pagare i beneficiari se nessun tipo di proroga. Viene infine prorogata dal 16 febbraio al 16 marzo la scadenza per pagare l’imposta sui servizi digitali e per inviare la relativa dichiarazioni che invece slitta di un mese, dal 31 marzo al 30 aprile. Insomma un piccolo palliativo questo per dare un po' di respiro soprattutto alle Pmi del territorio ma che resta tale poiche i nodi da sciogliere presto o tardi verranno al pettine e certamente prorogare di 15 giorni in 15 giorni quello che molti pensano sia inevitabile avrà poca efficacia se non si interviene in modo strutturale su quella che è diventata davvero una polveriera che rischia di scoppiare nel medio e lungo periodo e che le cui conseguenze saranno davvero da lacrime e sangue per tutti, anche per i territori che vantano un Pil ancora trainante e che ancora non vengono investiti pienamente dagli effetti drammatici di questa pandemia che ha portato sul lastrico migliaia e migliaia di attività in tutto il Paese. Attività che purtroppo non avranno la forza di riaprire. Unica speranza sono i denari europei del recovery fund sulla cui spendibilità il Governo, impegnato in questi minuti a trovare una maggioranza assoluta al Senato, è chiamato a battere un colpo, sperando che il senso di responsabilità di questa classe politica, almeno per una volta prevalga, sul mercato degli interessi particolari di questo e quel territorio, di questo e quello schieramento politico. Una chimera? Forse, ma purtroppo quello che non è chiaro del tutto è che in ballo c’è il futuro e le speranze non nostre, ma quelle dei nostri ragazzi.  Â