27 Settembre 2023
Condannato a 10 anni di reclusione Gino Mazzini, 81 anni, accusato di omicidio volontario aggravato per aver colpito alla testa la moglie, Maria Cretarola, con una pesante statuetta in pietra. A stabilirlo è stata la Corte d’Assise di Chieti. Il fatto che si era verificato nell'abitazione della coppia, a Penne, in provincia di Pescara, il 29 maggio del 2020, ha provocato la morte della donna il 14 agosto dopo un primo ricovero in ospedale e successivo trasferimento in altra struttura. Per Mazzini, difeso dall'avvocato Antonio Di Blasio, il pubblico ministero Gabriella De Lucia aveva chiesto 30 anni di reclusione. La Corte, presieduta da Guido Campli, giudice a latere Maurizio Sacco, ha riconosciuto a Mazzini il vizio parziale di mente, circostanza attenuante generica prevalente rispetto alla contestata aggravante, e lo ha dichiarato interdetto dai pubblici uffici. L'uomo che al tempo dei fatti aveva ammesso le proprie responsabilità nell'immediatezza, anche allo psichiatra che lo visitò mentre era ricoverato nel servizio di psichiatria dell'ospedale di Pescara, poco tempo dopo il fatto, raccontò che non tollerava che la moglie soffrisse per le malattie da cui era affetta e ciò lo spinse a colpire la donna alla testa con la statuetta. Secondo la difesa ora manca la prova del nesso di causalità fra il colpo subito dalla donna e la morte.