12 Luglio 2024
Anche il sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto nel dibattito intorno ai 250 milioni di euro annui di tagli a comuni e province italiane. La decisione del Governo ha già fatto discutere a livello nazionale e, nella conferenza Stato-Città di fine giugno, ha riscosso l'intesa dell'Upi, unione delle province ma non quella dell'ANCI, associazione dei comuni. Quest'ultima ha criticato l'eccessiva imposizione nei confronti dei comuni, oltre alla ripartizione dei tagli, che incide maggiormente sugli enti che hanno ottenuto più fondi dal PNRR, considerata dall'ANCI un elemento anomalo e non condivisibile perché vorrebbe dire tagliare fondi agli enti che investono di più. In Abruzzo i tagli ammontano a circa 30 milioni dal 2024 al 2028, spiega D'Alberto, e il Comune di Teramo, proprio perché tra i più virtuosi, risulta uno dei più penalizzati, con un taglio di un milione e trecento mila euro in cinque anni, a cui si aggiunge un ulteriore taglio di quasi 100 mila euro l’anno per il 2024 e 2025, relativo alla spending review informatica. Nonostante l'ultima versione del taglio vedrebbe esclusi i fondi per il supporto sociale e quelli per missioni specifiche, come l'attrattivita dei borghi, D’Alberto fa notare come i tagli potrebbero mettere in ginocchio molti enti, mettere a rischio i servizi e trasformare in cattedrali nel deserto le opere realizzate con i fondi del piano. “I Comuni, come più volte evidenziato dal Presidente Mattarella, illustra D’Alberto, rappresentano non solo l’istituzione più prossima ai cittadini, ma soprattutto le sentinelle della coesione sociale e dello sviluppo del paese. Un ruolo che evidentemente non gli viene riconosciuto dal Governo nazionale. " E chiude: Chiediamo dunque al Governo, con la prossima finanziaria, di tornare sui propri passi, nella consapevolezza che i Comuni sono l’architrave del paese”