08 Agosto 2024
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri lo stanziamento di 13 milioni a sostegno del turismo nei Comuni di comprensori e aree sciistiche della dorsale appenninica colpiti dalla diminuzione delle presenze, causata dalla mancanza di neve, nel periodo dal 1° novembre 2023 al 31 marzo 2024. Risorse che saranno destinate alle imprese turistiche che operano nei Comuni dei comprensori e delle aree sciistiche della dorsale appenninica che, nel lasso di tempo considerato, hanno subito una riduzione dei ricavi non inferiore al 30% rispetto a quelli registrati dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022. I fondi dovrebbero andare a ristorare una serie notevole di attivita. Dalle attività di impianti di risalita a fune e di innevamento artificiale a quelle di preparazione delle piste da sci, noleggiatori di attrezzature per sport invernali, maestri di sci, agenzie di viaggio, tour operator, gestori di stabilimenti termali, imprese turistico-ricettive finoa alle imprese di ristorazione. "Con lo stanziamento in Consiglio dei Ministri di 13 milioni di euro a sostegno del turismo nelle aree interne dei Comuni della dorsale appenninica - ha detto il senatore Guido Liris -, il Governo Meloni ribadisce ancora una volta il suo impegno e la sua vicinanza all'Abruzzo e alle sue montagne, dimostrando una particolare attenzione nei confronti dei gestori e delle imprese locali". Sulla questione però molti operatori economici della montagna non sono d'accordo ritenendo che questo minimo investimento non rappresenti altro che briciole, rispetto all'enorme danno subito in questi anni considerando che tali fondi andranno a ristorare, si fa per dire, una quantità di categorie enorme. Il conto è facile e non serve un ragioniere. Il risultato sarà che probabilmente gli operatori della montagna con i ristori che arriveranno dal Governo forse un bel panino in chalet, magari gourmet, se lo potranno ancora permettere. C'è poi un interrogativo che aleggia su questo settore. Quello della riconversione di tal genere di turismo considerando l'ormai evidente cambiamento climatico che sta portando sempre meno neve sulle montagne andando a danneggiare sempre in misura maggiore questo genere di turismo su cui vivono e basano la propria impresa migliaia di persone. Proprio in tale contesto sono tanti gli interrogativi a cui però ancora nessuno, riesce a dare risposte concrete che possano disegnare una nuova strategia di turismo montano.