14 Gennaio 2025
L’inverno porta con sé il consueto aumento di virus influenzali e altre patologie respiratorie, mettendo a dura prova soprattutto le fasce più fragili della popolazione. A fare il punto della situazione è Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila e capo dipartimento medicina della Asl provinciale. “Come ogni anno, con l’arrivo di gennaio, stiamo raggiungendo il picco delle influenze – spiega Grimaldi – e gli ospedali si riempiono a causa delle complicanze che queste patologie possono causare in anziani e pazienti con comorbidità, patologie cardiache e respiratorie preesistenti”. Un quadro aggravato, nel territorio aquilano, da una popolazione mediamente più anziana. “Al San Salvatore – continua l’infettivologo – c’è una continua richiesta di posti letto da parte del pronto soccorso”. Oltre alle classiche influenze, l’attenzione è rivolta anche al Covid, che sebbene “depotenziato e molto meno aggressivo rispetto agli anni della pandemia, resta una malattia da non trascurare”, sottolinea Grimaldi, ribadendo l’importanza della vaccinazione soprattutto per pazienti fragili, immunodepressi e con malattie ematologiche. Un’ulteriore preoccupazione arriva dal metapneumovirus, un virus non nuovo ma tornato a far parlare di sé. “La storia ci insegna: un colpo di tosse in Cina può diventare una pandemia in Europa – avverte Grimaldi – e non dobbiamo abbassare la guardia”. Il metapneumovirus, spiega l’esperto, colpisce soprattutto i bambini, causando bronchioliti, infezioni respiratorie anche importanti e a volte pericolose, ma si sono registrati casi significativi anche in anziani con comorbidità. “Purtroppo, ad oggi, non esiste una cura specifica – ammette Grimaldi – possiamo utilizzare un vecchio farmaco antivirale, la ribavirina, solo in casi disperati. L’arma più efficace sarebbero i vaccini, ma al momento non sono disponibili”. Il problema principale, aggiunge, è la capacità dei virus di mutare, rendendo spesso inefficaci gli antivirali. “Comunque – rassicura – il metapneumovirus è molto meno aggressivo e letale del Covid, ma bisogna prestare attenzione perché non sappiamo se questo virus possa sviluppare mutazioni”.