15 Gennaio 2025
Che la vicenda Delfico sarebbe stata una storia lunga, complessa e non di poco conto nella realtà teramana si era compreso immediatamente. Da quel 3 ottobre, quando in un tranquillo pomeriggio, il convitto Delfico, di punto in bianco, è stato evacuato. La scuola non è più sicura, spiega la Procura. Manifestazioni, cortei, proteste da tutti i fronti per una notizia che è calata addosso a 1200 famiglie come una doccia fredda. Ma questa è storia ormai superata. In teoria. Perchè dopo incontri, scontri e ragionamenti si è arrivati ad una decisione. Realizzazione dei moduli scolastici provvisori nell’area dell’istituto Forti. Ma chi l’ha deciso? A quanto pare solo il presidente dal Provincia , Camillo D’Angelo, visto che, nonostante la notizia sia stata obiettivamente divulgata abbondantemente, ha visto tutti cadere dal pero. Il campus accoglierà, ribadisce D’Angelo, tutta la comunità del Delfico, dalle elementari ai licei. In particolare, sull’area esterna del Forti si realizzeranno moduli che accoglieranno il Convitto: dormitori, mensa, aule studio e di socialità. Sono quindi iniziati i lavori nell’area prospiciente l’istituto. Tutto bene quel che finisce bene, verrebbe da pensare. E invece no. Si è levata infatti la voce di protesta di docenti e studenti dell’istituto tecnico per geometri Carlo Forti. In una lunga nota la comunità del Forti scrive a chiare lettere di essere stata vittima di un sopruso, sostenendo che “siamo angustiati non solo per le modalità clandestine con cui si prendono le decisioni e ci si appropria delle aree nella serenità delle festività natalizie, ma anche per il fatto che si continuino a formulare proposte che riteniamo scriteriate, che non tengono minimamente conto delle necessità di un istituto di alto profilo tecnico, oggi pure munito di laboratori non facilmente dislocabili. Gli investimenti fatti negli anni sulla sede ora destinata al Delfico verranno vanificati e si chiedono: “Ora in un periodo di orientamento cosa dovremmo comunicare noi alle famiglie che ci faranno visita?”. D’Angelo tranquillizza spiegando che nessuna fusione è nell’agenda o nelle intenzioni della Provincia né della dirigenza scolastica degli istituti interessati. Ma non finisce qui: perché a sollevare dubbi e perplessità sul corretto iter amministrativo che sta portando allo sbancamento dell’area in cui dovrebbero (a questo punto il condizionale è d’obbligo) sorgere i MUSP, interviene il consigliere comunale di opposizione Carlo Antonetti che rileva come la tabella esposta nel cantiere parli di “Intervento di manutenzione ordinaria per la riqualificazione del campo di basket esterno” ma le attività in atto sembrano altre, dice. Antonetti ha chiesto così agli organi competenti di sapere quali atti e autorizzazioni abbiano dato il via libera all’opera e se non siano opportuni specifici controlli. Antonetti poi stigmatizza il comportamento di D’Angelo che “decide indisturbato cosa fare, dove fare e quando fare nella città di Teramo” e del sindaco D’Alberto “evidentemente compiacente oltre che or- mai totalmente assente”.