24 Marzo 2025
Quattro ore di confronto acceso in consiglio comunale a L'Aquila per certificare ancora una volta un muro contro muro tra le componenti di assise. Stavolta sul tema caldo e delicato della sanità, al centro del dibattito soprattutto per la dicotomia "aumento irpef-copertura del deficit di sistema" a cui sta mettendo mano la giunta regionale di centrodestra. Sul fronte del Comune, riunione di consiglio aperta, chiesta dalla Lega, e durante la quale sono stati presentati due ordini del giorno. Uno della maggioranza, che alla fine è stato approvato, ed uno della minoranza invece bocciato. Come da copione, verrebbe da dire. Ma la seduta in aula De Rubeis ha raccontato anche di più del semplice dato statistico. La prima miccia si è accesa subito, all'inizio dei lavori, a causa dell'assenza in aula del sindaco Pierluigi Biondi. La minoranza ha chiesto di rimandare la seduta al pomeriggio, per permettere al primo cittadino di essere presente. Al momento del voto, però, la proposta è stata bocciata: 17 contrari allo stop, ossia tutto il centrodestra, 11 i favorevoli, ossia l'opposizione. La seduta quindi è andata avanti con le audizioni. Cgil, con il segretario generale aquilano Francesco Marrelli, ha fatto il punto sui problemi che stanno attanagliano la ASL del terriorio provinciale. Avvisi di pagamento recapitati agli utenti, vertenze occupazionali, nuclei di cure primarie ed innalzamento delle addizionali Irpef per ripianare il buco del sistema sanitario regionale. Sull'aumento delle tasse per finanziare la copertura del deficit sanitario chiare le parole della consigliera regionale Carla Mannetti: "La Lega ha preso una posizione e la porterà avanti". Riferimento al fatto che il Carroccio ha chiesto un nuovo incontro al presidente Marsilio per fare delle proposte. Nel prosieguo dei lavori auditi il consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci, il senatore dello stesso partito Michele Fina. Entrambi hanno in sostanza chiesto lo stop all'aumento delle tasse, invitando il sindaco Biondi ad una presa di responsabilità, e poi la riorganizzazione del sistema sanitario. Assente l'assessore regionale Nicoletta Verì, hanno poi parlato i rappresentanti della Asl dell'Aquila. Il manager Ferdinando Romano ed il direttore sanitario Alfonso Mascitelli. Romano, in particolare, si è focalizzato sul tema dell'importanza di monitorare in maniera stringenti le prestazioni sanitarie e le disdette. Gli slot che tornano liberi con le disdette - ha spiegato Romano - vengono messi a disposizione per anticipare altre visite e ridurre le liste d'attesa. I numeri: tra il 2023 ed il 2024 c'è stato un aumento di disdette del 25% e di fatto 21mila cittadini abruzzesi hanno potuto anticipare visite specialistiche. Romano ha anche fatto il punto sull'appalto della ditta Sema (che si occupa di manutenzione). Riguardo Sema, Romano ha ribadito che ci sono inadempimenti dell'azienda ma non contenziosi, e che si sta lavorando per garantire i manutentori e gli addetti dell'antincendio. Ancora, Ferdinando Romano ha spiegato come la Asl aquilana (unica in Abruzzo) abbia un saldi attivo sulla mobilità extra regionale e superi la sufficienza sui parametri di valutazione dell'Agenas. Dopo gli interventi di Romano e Mascitelli, i consiglieri conunali di minoranza hanno esposto uno striscione eloquente recante la scritta "Dimissioni". Richiesta rivolta ai vertici Asl sì, ma anche a quelli della politica regionale. Poi si è aperta la discussione politica sugli ordini del giorno presentati da maggioranza e minoranza. Finita a muro contro muro, con ognuna delle due componenti che, in pratica, ha votato il proprio. Fin qui la cronaca. La considerazione è che, al netto di quanto accaduto in aula, l'apprensione è tutta per i cittadini, aquilani ed abruzzesi in genere, che vedono alle porte da un lato la stangata dell'aumento irpef, dall'altro non certo il miglioramento complessivo dei servizi sanitari. La differenza, sostanziale, tra parole e fatti.