18 Aprile 2025
Il Venerdì Santo una ragazzina viene trovata morta con lo stiletto argentato sottratto alla statua dell’Addolorata conficcato nel cuore. Un’inchiesta difficile per il commissario Leo Malandra, una scusa, la storia, per Franco Avallone, per perdersi nella scrittura e nei profili di mille personaggi che inventa e ruba da vite senza tempo. Le vergini del commissario Malandra, edito da Exorma, è il secondo libro del giornalista sulmonese, che abbandona il livello distopico del primo lavoro, per tratteggiare volti e paradossi di personaggi-persone: un set tragicomico di inquietanti questurini, camorristi ipocondriaci, fossili viventi, criminali d’oltremare, seduttrici, massoni di provincia, femmine di rinoceronte e alcuni morti ammazzati. C’è una trama, ma non c’è uno schema. Perché Avallone rompe i canoni e le regole, dedicandosi alla scrittura per il bello di scrivere. Guadagnandosi un posto d’onore nella prestigiosa collana “Qui si scrive male” di Exorma. Ieri l’anteprima nazionale del libro nella sua Sulmona, che, come tutto l’Abruzzo, recita un ruolo fondamentale nell’opera. Fonte di ispirazione e materiale, location e cronaca dell’immaginario. E’ per questo che Avallone ha voluto e ottenuto che Il commissario Malandra fosse presentato a alla vigilia della Pasqua, nella città che di Pasqua è fatta, mentre nelle librerie italiane sbarcherà il 2 maggio. Giusto in tempo per un esordio prestigioso a metà del prossimo mese, nella fiera più importante d’Italia.