18 Aprile 2025
Le aziende sanitarie di Pescara, Teramo e Chieti sconfessano le direttive del Dipartimento sanità della Regione Abruzzo e continuano a procedere con le assunzioni di personale amministrativo, malgrado le disposizioni che hanno imposto lo stop nelle more dell'accertamento definitivo del disavanzo delle Asl. A denunciare quanto accade in tre delle quattro aziende abruzzesi sono i consiglieri regionali di opposizione riuniti sotto il Patto per l’Abruzzo. «Il blocco delle assunzioni – affermano – è stato un disperato tentativo di far quadrare i conti, nonostante l'aumento delle tasse ai cittadini e i tagli lineari dei piani di rientro, e ora questa "corsa al contratto" appare come l'ennesima beffa ai danni di un'utenza che sembra l'unica a pagare davvero i danni provocati alla sanità pubblica dalla pessima gestione della destra». «Viene da chiedersi – continuano - come le Aziende sanitarie giustificheranno queste assunzioni e se la Regione Abruzzo continuerà a chiudere un occhio sull'operato dei Dirigenti anche davanti a questa situazione». Ad aggravare il quadro, secondo il Patto per l’Abruzzo, il fatto che tra gli assunti dell'ultimo minuto alla Asl di Pescara sembra esserci anche un Consigliere comunale di Forza Italia. La questione ha sollecitato una reazione delle forze di opposizione in Consiglio regionale. D’altro canto, la Asl di Chieti avrebbe indetto un concorso per 20 amministrativi con chiusura delle iscrizioni a maggio, in totale spregio alla normativa di reclutamento del pubblico impiego e senza pubblicare il bando su sulla piattaforma ministeriale inPA.gov. «Nella Asl di Teramo poi sembra che l'assunzione sia stata suffragata, - spiega l’opposizione - nelle motivazioni della specifica Delibera, dalle dichiarazioni a mezzo stampa del Capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio Regionale, che per i vertici della Asl teramana sembra abbiano assunto il rango di "fonte normativa", tanto da confutare le direttive del Dipartimento Regionale della Sanità». Da qui la richiesta di chiarimenti, «certo non saranno i cittadini – concludono - a pagare questo ennesimo pasticcio della destra abruzzese».