12 Maggio 2025
Ufficialmente sottoscritte, a Palazzo Silone, le concessioni di finanziamento relative agli interventi di messa in sicurezza e adeguamento funzionale delle strade provinciali abruzzesi. L’incontro, a cui hanno partecipato, insieme al presidente di Regione Marco Marsilio, i quattro presidenti delle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo e l’assessore ai Trasporti Umberto D’Annuntiis segna un passaggio fondamentale per consentire di avviare le opere di manutenzione necessarie per una regolare viabilità. Si parla di 60 milioni in tutto previsti dall’Accordo per la Coesione FSC 2021-2027, sottoscritto lo scorso anno tra Governo nazionale e Regione Abruzzo, a L’Aquila, alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Finalmente si entra nel vivo di questi finanziamenti, la Regione ha pensato di dover aiutare le province che hanno spesso manifestato una carenza di fondi nella manutenzione delle strade che si ripercuote, poi, sulla loro percorribilità – ha dichiarato il presidente di Regione, Marco Marsilio -. In alcuni casi, strade addirittura chiuse perché con pericolo di frane in alcuni tratti diventando, di fatto, impercorribili. Questo ovviamente si ripercuote sull’economia del territorio e soprattutto delle zone più fragili delle aree interne, quindi dei paesi meno frequentati. In questo senso, i fondi di sviluppo e coesione servono proprio a colmare quel differenziale di competitività e di capacità che hanno le zone più disagiate». Quanto alla ripartizione dei fondi tra le province abruzzesi, Marsilio ha spiegato come la distibuzione sia avvenuta secondo un ordine di priorità e garantendo l’equilibrio territoriale. Alla luce di questo, i fondi saranno così ripartiti tra le province: Chieti, con i suoi 17 milioni, guarda alla mitigazione del rischio idrogeologico, Pescara e L'Aquila, a cui andranno rispettivamente 10 e 17 milioni, faranno particolare attenzione ai collegamenti con le aree interne, infine Teramo, con i suoi 16 milioni, auspica in interventi celeri. Sbloccati i fondi, si punta ora ad un avvio repentino dei lavori, affinchè il cronoprogramma spalmato su 4 anni sia quanto più possibile rispettato.