15 Maggio 2025
Ancora nuvole minacciose sul commercio al dettaglio in Abruzzo. Il primo trimestre del 2025 si chiude con un segno meno, e a marzo la frenata si fa sentire in maniera più marcata. Secondo i dati Istat elaborati dal Centro studi di Confcommercio, le vendite al dettaglio nella nostra regione hanno subito una contrazione dello 0,5% rispetto a febbraio. Un dato che preoccupa, perché coinvolge sia i beni di prima necessità alimentari, che registrano un -0,1%, sia i prodotti non alimentari, in calo dello 0,4%. Ma il quadro si fa ancora più fosco se guardiamo all'andamento su base annua. Rispetto a marzo dello scorso anno, le vendite al dettaglio in Abruzzo perdono un significativo 2,8% in valore e addirittura un 4,2% in volume. A trainare verso il basso sono soprattutto gli alimentari, con un preoccupante -4,2% in valore e un -6,7% in volume. I beni non alimentari mostrano una tenuta leggermente migliore, ma il trend rimane comunque negativo, con un -1,4% in valore e un -2,1% in volume. Qualche timido segnale positivo si intravede solamente nei settori della cura della persona, con un 1,8%, e nei prodotti farmaceutici, in crescita dello 0,6%. In forte sofferenza, invece, la cartoleria e i libri, con un -4,5%, e le calzature, che registrano un calo del 4,2%. L'analisi per tipologia di vendita non offre spunti più incoraggianti. La grande distribuzione segna un -2,6%, le piccole superfici un -3,1%, le vendite fuori dai negozi un -4,7% e persino l'e-commerce flette, con un -1,3%. «Il dato di marzo sulle vendite conferma il difficile momento della domanda, sia a livello nazionale che nella nostra regione. Va letto con cautela, soprattutto se consideriamo il confronto su base annua», sostiene Giammarco Giovannelli, Presidente di Confcommercio Abruzzo. «Non mancano segnali di forte preoccupazione per il persistere di questa situazione critica, in particolare in settori chiave come l'abbigliamento e le calzature, che sono i comparti che stanno soffrendo maggiormente. In questo contesto, registriamo anche una diminuzione della fiducia da parte delle famiglie, un elemento che rende più incerta e complessa l'uscita da questa fase e che rischia di rallentare ulteriormente i consumi, compromettendo le prospettive di crescita per il 2025», conclude Giovannelli. I dati presentati da Confcommercio Abruzzo, basati sulle rilevazioni Istat, evidenziano una stagnazione preoccupante dei consumi nella regione. La flessione generalizzata delle vendite al dettaglio, sia nei beni alimentari che non alimentari, su base mensile e soprattutto annuale, riflette una debolezza strutturale della domanda interna. Diversi fattori possono concorrere a spiegare questa situazione. In primo luogo, la diminuzione del potere d'acquisto delle famiglie abruzzesi, in linea con il trend nazionale, causata dall'inflazione che a marzo è risalita all'1,6% dopo l'1,9% di febbraio. Sebbene l'aumento possa sembrare contenuto, incide significativamente sui bilanci familiari, soprattutto per le fasce di popolazione con minore capacità di spesa, che paradossalmente hanno mostrato un leggero aumento delle spese nel primo trimestre ( 2% per le famiglie con minore capacità di spesa contro il 1,8% per quelle con livelli di spesa più alti, come evidenziato dai dati Istat). Questo suggerisce una maggiore difficoltà per le famiglie a basso reddito nel far fronte all'aumento dei prezzi, erodendo ulteriormente la loro capacità di spesa per altri beni e servizi. La contrazione delle vendite in quasi tutti i canali distributivi, inclusa la grande distribuzione, i negozi di prossimità e persino l'e-commerce, indica una difficoltà diffusa nel sistema commerciale abruzzese. La marcata sofferenza di settori come l'abbigliamento e le calzature, beni non di prima necessità, è un segnale di come le famiglie stiano diventando più caute nelle loro spese, privilegiando l'essenziale. La diminuzione della fiducia dei consumatori, sottolineata dal presidente Giovannelli, rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione. Una bassa fiducia si traduce in una maggiore propensione al risparmio e in un rinvio degli acquisti, alimentando un circolo vizioso che frena ulteriormente la ripresa economica. La fotografia scattata dai dati di Confcommercio Abruzzo evidenzia un momento delicato per l'economia regionale, con consumi in stallo e una fiducia dei consumatori in calo. È fondamentale monitorare attentamente l'evoluzione di questi indicatori e sarebbe il caso di valutare l'adozione di misure economiche volte a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie e a rilanciare la domanda interna, al fine di evitare che questa fase di stagnazione si protragga, compromettendo le prospettive di crescita per l'anno in corso.