19 Giugno 2025
In Abruzzo nulla da fare per la legge di iniziativa popolare sul fine vita. Il Consiglio regionale, infatti, non ha dato il via libera al provvedimento normativo che voleva mettere sul tavolo tempi e procedure certe per il suicidio medicalmente assistito, in una cornice di legittimità già delieata (fin dal 2019) dalla Corte Costituzionale. Si trattava della seconda volta che la proposta legislativa arrivava sul tavolo del Consiglio Regionale. Il 26 giugno 2024 non si arrivò al voto. Adesso, invece, con la legge iscritta all'ordine del giorno del Consiglio Regionale tramite "procedura d'urgenza" (essendo trascorsi i 12 mesi entro i quali si deve arrivare ad una pronuncia definitiva) non si è trovata la quadratura tra le posizioni delle componenti di maggioranza ed opposizione. Quest'ultima, infatti, si era sempre detta favorevole alla legge sul suicidio medicalmente assistito e la ha sostenuta con il voto in aula. Il centrodestra, invece, pur non dicendosi contrario nel merito al progetto di legge, ha ravvisato la necessità che, sul tema del suicidio medicalmente assistito, non fosse la Regione a prendere una decisione, ma si andasse ad esprimere direttamenge il Governo centrale con delle regole di respiro nazionale. Ed in sede di Consiglio le due posizioni divergenti non hanno trovato mediazione. Nel mezzo, è quindi rimasta per ora inevasa la volontà dei più di ottomila abruzzesi che avevano firmato la campagna del comitato Liberi Subito per far approdare in Regione Abruzzo il fascicolo legislativo in materia di fine vita. L'attenzione, a questo punto, si sposta sui tavoli romani. Infatti, il 18 luglio, dovrebbe approdare sui banchi del Senato la proposta di legge nazionale sul suicidio medicalmente assistito. Legge nazionale che, ha spiegato il Presidente del Consiglio regionale abruzzese Lorenzo Sospiri, dovrebbe essere approvata dal Governo entro fine legislatura.