20 Giugno 2025
“Lavoro povero e precario”, questa la denuncia dell’Usb (Unione sindacale di base) con sindacato, lavoratori e lavoratrici degli appalti pubblici delle Asl, che nella mattinata di venerdì 20 luglio, hanno protestato sotto gli uffici dell’Assessorato Regionale della Sanità a Pescara. Uno sciopero che ha anticipato quello Nazionale che si terrà a Roma il 21 giugno, per dire “no” alla scelta del governo di “destinare decine di miliardi di euro agli armamenti mentre i salari arretrano e la sanità pubblica e lo stato sociale ne pagano le conseguenze”, ha affermato il sindacato. A Pescara, l'obiettivo della protesta, era quello di ottenere un incontro con l’ Assessorato Regionale alla Sanità, che nel corso della mattinata si è reso disponibile a un confronto. «Abbiamo affrontato il tema della povertà dei lavoratori in appalto negli ospedali pubblici abruzzesi, in particolare dei servizi di pulizia- spiega Luigi Iasci, Esecutivo Nazionale Usb Abruzzo e Molise- salari orari bassi, part-time involontario, sono due questioni gravi che vanno affrontate». «L’assessorato, come soggetto che deve monitorare l’andamento di queste parti, è protagonista, e si è detto disponibile a entrare con noi nel merito delle questioni sollevate», ha detto Iasci, che ha aggiunto «C’è stato chiesto di redigere un documento che sia uno spunto di discussione sia con la parte politica, quindi, in particolare con assessore Verì, che con la parte tecnica». «Noi crediamo che vadano inseriti dei correttivi nei bandi di gara che riguardino appunto il salario orario e il part-time involontario, due elementi di partenza che ci permetterebbero di restituire dignità a lavoratori impegnati al nostro ospedale», ha dichiarato il sindacalista. «Ci aspettiamo che questo confronto parta già dai prossimi giorni, per arrivare a settembre pronti ed evitare che le aziende possano in qualche modo peggiorare le condizioni dei lavoratori», ha aggiunto il rappresentante Usb. «Poi c’è un problema di tipo Nazionale- così ha continuato Iasci- è scaduto anche il contratto correttivo Nazionale che viene applicato a questi lavoratori multiservizi, e le ipotesi di rinnovo sul tavolo di Cgil Cisl e Uil, non sono per nulla soddisfacenti»