20 Giugno 2025
proprio stipendio. Sono soprattutto i gratta e vinci a mandare in malora, troppo spesso, anche patrimoni. Da qui, l’iniziativa a carattere nazionale “Slotmob” contro l’azzardo di massa. Anche a Teramo si svolgerà la manifestazione, sostenuta dal Forum delle Associazioni familiari dell’Abruzzo, dal Comune di Teramo e dall’Associazione “Il Raggio”, domani pomeriggio, sabato, alle 17.30, presso il Bar Des Artistes in Piazza Martiri della Libertà. «E’ necessario arrivare a mettere in discussione il sistema delle concessioni pubbliche nella gestione del cosiddetto gioco d’azzardo» spiegano i referenti delle associazioni che sostengono l’evento a Teramo, Paola D’Alesio presidente delle associazioni famiglie d’Abruzzo e Amedeo Lisciani Petrizi dell’associazione Il Raggio. «Un meccanismo che ha premiato negli ultimi decenni gli interessi delle grandi società di capitali che godono di forti protezioni trasversali in campo politico ed economico. Lo smarrimento provocato dall’epidemia da Covid e dagli scenari di guerra sempre più preoccupanti hanno fatto abbassare l’attenzione verso la strategia di chi continua a trarre vantaggio dalla crescita patologica dell’azzardo di massa che risponde allo stesso disagio esistenziale e sociale provocato dall’incombere di un’economia di guerra. Tale condizione di fragilità strutturale spiana la strada all’azzardo come ultima via di uscita disperata dalla solitudine e dalla povertà materiale ed esistenziale. E’ maturato il tempo per promuovere lo Slot Mob in diverse città italiane. Si tratta di eventi collettivi di consumo critico e alternativo già molto diffusi prima della pandemia, per dare spazio e voce ad un legame sociale più forte della seduzione del denaro e delle lobby di ogni genere. Premiare pubblicamente gli esercenti che hanno deciso di non essere il terminale finale dell’industria dell’azzardo vuol dire che il vero malato patologico è uno Stato che dipende dagli introiti di questa filiera economica che arricchisce solo le società private con effetti recessivi sull’intera società» concludono D’Alesio e Lisciani Petrini.