23 Giugno 2025
Scelto lo scenario d'intervento che sarà tenuto come punto cardine per la messa in sicurezza del sistema complesso del Gran Sasso, composto da acquifero autostrada e laboratori di fisica. Impermeabilizzazione il concetto chiave. «Che non significa - chiarisce il Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, Pierluigi Caputi - spalmare una guaina intorno alle gallerie, sarebbe un approccio riduttivo. Noi dobbiamo garantire che in futuro tutti i sistemi di intercettazione delle acque siano ispezionabili, controllabili e manutenibili: cosa che ad oggi non è». Le ipotesi sul tavolo, come spiegato in conferenza stampa dal Commissario Pierluigi Caputi, erano tre. La prima (impermeabilizzazione, ossia quella che poi è stata scelta) voleva adeguare le strutture esistenti di captazione e collettamento della risorsa idrica isolandole, nel contempo, dall'autostrada. Il secondo scenario prevedeva ugualmente l'isolamento del sistema idrico dall'autostrada, ma anche la realizzazione di nuovi punti di intercettazione delle acque da ricavare con dei sistemi di Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC). Queste ipotesi erano state proposte dal progettista Italferr. La terza ipotesi, invece, è arrivata come contributo esterno raccolto tramite un avviso pubblico. La società Rocksoil, in particolare, aveva proposto di realizzare un terzo fornice sopra le due gallerie esistenti. Una proposta che avrebbe potuto integrare tutte e due le ipotesi targate Italferr. Per sciogliere il nodo, è stato deciso di valutare i diversi scenari secondo tre criteri: sostenibilità ambientale, sociale e tecnico economica. E l'ipotesi dell'impermeabilizzazione è risultata la migliore nell'analisi condotta da Italferr, con un punteggio del 59,84%. Ora, stante la cornice d'intervento generale, sarà Italferr a dover declinare l'impermeabilizzazione in diverse ipotesi progettuali, che troveranno posto nel fascicolo del DocFAP. «Abbiamo già dato mandato alla società progettista di predisporre il documento con le soluzioni alternative di progettazione, ossia il DocFAP - puntualizza il Commissario Pierluigi Caputi, che poi prosegue - definito lo scenario, prima della fine dell'anno, direi settembre o ottobre, avremo il DocFAP e su questo apriremo il dibattito pubblico. Dopo questa fase - spiega ancora Caputi - daremo incarico di definire il piano di fattibilità tecnico economica [PFTE, ndr]». «Entro fine 2025 o inizio 2026 - concludei il Commissario Pierluigi Caputi - probabilmente riusciremo ad arrivare al PFTE, che è il progetto da porre a gara».