10 Ottobre 2025
Si è aperto questa mattina con un rinvio al 17 novembre, un nuovo capitolo giudiziario per la strage di Rigopiano, la tragedia che il 18 gennaio 2017 costò la vita a 29 persone tra ospiti e personale dell'hotel travolto da una valanga a Farindola, in provincia di Pescara. Il processo d'appello bis, che si tiene a Perugia dopo l'annullamento con rinvio da parte della Cassazione della precedente sentenza d'appello, vede sul banco degli imputati dieci persone, con accuse che tracciano un quadro complesso di presunte responsabilità nella gestione dell'emergenza e nella prevenzione del rischio. Il nuovo procedimento d'appello focalizza l'attenzione su due principali filoni d'accusa che coinvolgono distinti gruppi di imputati. Un gruppo è composto da sei funzionari della Regione Abruzzo, per i quali l'accusa centrale è quella di disastro colposo. Questa imputazione è particolarmente significativa, in quanto mira a far luce sulle presunte carenze strutturali e organizzative nell'apparato pubblico di gestione delle emergenze. L'accusa ipotizza mancanze nella valutazione del rischio, nella catena di comando e coordinamento degli interventi pubblici in una fase di preallarme meteorologico e sismico che, secondo l'accusa, avrebbe dovuto imporre misure preventive e reattive più efficaci. In sostanza, si valuta se il disastro sia stato conseguenza di una negligenza sistemica nella pianificazione e nell'azione pubblica. Il secondo gruppo coinvolge quattro imputati, tra i quali spicca l'ex sindaco di Farindola. Per loro, l'accusa più grave è quella di omicidio colposo. Questa contestazione solleva questioni relative alle singole posizioni e alle azioni, o omissioni, specifiche che potrebbero aver avuto un nesso causale diretto con la morte delle vittime. Si esamineranno le condotte personali e i ruoli di responsabilità diretta nell'ambito della gestione del rischio specifico e dell'emergenza immediata. L'udienza che ha portato al rinvio è stata dedicata alla relazione della giudice a latere della Corte d'appello, un momento cruciale per ripercorrere l'intera vicenda, dai tragici fatti del 2017 all'articolato iter giudiziario che ha visto diverse sentenze e impugnazioni. Questa ricostruzione è fondamentale per la Corte chiamata ora a riconsiderare gli elementi di prova e le motivazioni giuridiche. Il 17 novembre sarà la volta di un passaggio chiave: la requisitoria del sostituto procuratore generale Paolo Berlucchi. La Procura Generale esporrà le proprie conclusioni e formulerà le richieste di condanna o assoluzione per gli imputati. In quella occasione, la Corte avrà anche modo di valutare eventuali istanze delle parti, che, pur non essendo state presentate nell'udienza odierna, potrebbero giungere prima o in quella data. L'attenzione resta altissima in Abruzzo, dove le vittime e i loro familiari, attraverso le loro battaglie legali, continuano a chiedere giustizia e verità su una delle pagine più dolorose della storia recente della regione, sperando che questo processo d'appello bis possa finalmente portare a una conclusione definitiva e a un'individuazione chiara delle responsabilità.