10 Ottobre 2025
Il vaso di pandora della democrazia partecipativa a Teramo è stato aperto. È quanto sembra essere accaduto dopo che numerosi esponenti politici locali hanno criticato la gestione della fase elettorale della Macroarea 2 di Teramo, nella quale sono stati 87 i cittadini a recarsi al voto. L'anomalia, secondo il presidente dell'associazione Articolo 49 Raffaele Raiola, padre del consigliere di AVS Michele Raiola e cittadino molto attivo nelle fasi di democrazia partecipativa locale, è da ricercare non nella scarsa partecipazione dell'elezione dei rappresentanti della Macroarea 2, ma bensì nella grande affluenza registrata nelle elezioni relative ad altre macroaree, dove si è registrata una forte ingerenza politica dei partiti. «Nelle realtà dove la politica non è entrata - ci racconta Raffaele Raiola - la partecipazione è sempre stata molto bassa. Le elezioni del centro storico - continua - sono state le esperienze più calzanti perché dietro ogni candidato c'era un partito. All'interno del collegio di coordinamento - va avanti - gli eletti hanno costituito maggioranze e minoranze, oltre a preparare dei documenti da portare in assemblea. Questo modo di agire non dà ai cittadini il tempo di maturare un'idea in merito.» Rispettare i tempi della popolazione e interrompere l'ingerenza politica sui collegi delle Macroaree, questa la proposta di Raiola, così da restituire alle elezioni dei rappresentanti delle Macroaree il ruolo previsto nel Regolamento. «La democrazia partecipativa - continua - non consente soluzioni in tempi rapidi. Ci devono per forza essere tempi lunghi perché i cittadini, nonaddetti ai lavori, devono comprendere, maturare le proprie idee. Bisogna iniziare a far capire ai cittadini le modalità della democrazia partecipativa - prosegue Raiola - con la possibilità di creare comitati più ristretti, e riprendere lo spirito del Regolamento. Riguardo le accuse che mi sono state fatte - chiude - le rispedisco al mittente.»