13 Ottobre 2025
La federazione provinciale di Italia Viva Teramo, con il suo presidente Elvezio Zunica, torna a intervenire sul tema della sanità teramana e, in particolare, sulla vicenda del nuovo ospedale provinciale di Teramo. «Dopo anni di annunci e dopo la pomposa conferenza stampa di meno di un anno fa, quando i vertici regionali e della ASL presentarono con enfasi il progetto del nuovo nosocomio, corredato da studio di fattibilità e cronoprogramma, ora arriva la doccia fredda: il Presidente Gatti ha svelato la dura realtà. Il nuovo ospedale di Teramo a Villa Mosca si farà, sì, ma a moduli: quattro per la precisione, costruiti in tempi diversi e con intervalli tra un lotto e l’altro che nessuno è in grado di definire». Il motivo? Le risorse economiche. I circa 280 milioni di euro necessari, che un anno fa venivano garantiti come “a portata di mano”, oggi non ci sono più». Zunica argomenta quanto affermato: «Al momento, infatti, sono disponibili solo 81 milioni di euro, dopo una decurtazione di circa 40 milioni che la Regione ha destinato a interventi urgenti su strutture sanitarie tra l'altro non teramane. A questo punto – si chiede Italia Viva – non è forse il caso di azzerare tutto e ripartire da una scelta più razionale del sito? Ha ancora senso insistere su Villa Mosca, una localizzazione oggettivamente problematica, se non addirittura sbagliata? La costruzione “a moduli” rischia di aggiungere nuove criticità alle già enormi difficoltà logistiche e funzionali del sito. Una volta costruito un modulo, come verrà utilizzato? Se, ad esempio, si decidesse di spostare il blocco operatorio, come verrebbero garantiti i collegamenti con il Pronto Soccorso, la Radiologia o la Terapia Intensiva del Mazzini? Si prevedono tunnel, passerelle o collegamenti provvisori? Tutto ciò rischia di trasformarsi in un pasticcio destinato a durare anni, se non decenni. Italia Viva propone allora di rimettere la palla al centro e ripartire da un’idea più moderna e concreta, come quella originariamente elaborata dal dott. Fagnano, che prevedeva due ospedali per acuti, con il nuovo complesso – gli “Ospedali Riuniti di Teramo” – localizzato in un sito più funzionale, come Piano d’Accio, comunque all’interno del territorio del capoluogo. Inoltre, Italia Viva propone di valutare una diversa modalità di finanziamento, coinvolgendo il settore privato attraverso la finanza di progetto (project financing). Del resto, già oggi gran parte dei servizi ospedalieri è affidata a imprese private. Se la difficoltà è di tipo procedurale o tecnico -conclude Zunica - basterebbe ricorrere a un pool di esperti con esperienze già maturate in altre regioni. Forse il vero nodo è la divisione della politica, che troppo spesso si nasconde dietro calcoli elettorali anziché ragionare con responsabilità e visione».