13 Ottobre 2025
Nella sede del Partito Democratico dell’Aquila in via Paganica, si è svolta una conferenza stampa significativa per il futuro del Superbonus 110%, uno degli strumenti più ambiziosi e controversi di politiche abitative e di sostenibilità energetica in Italia. L’incontro ha visto la partecipazione di figure di rilievo del PD sia a livello parlamentare sia territoriale: il senatore Michele Fina, il segretario provinciale e capogruppo in Consiglio comunale Stefano Albano, insieme con i consiglieri comunali Stefania Pezzopane e Stefano Palumbo. Il Superbonus 110%, introdotto nel 2020, ha rappresentato una rivoluzione per il rilancio dell'edilizia e della riqualificazione energetica nel nostro Paese, garantendo maggiori risparmi energetici e una spinta all’economia post-pandemia. Tuttavia, la sua attuazione ha incontrato numerose difficoltà, tra cui la complessità burocratica, ritardi nei pagamenti e polemiche sull’abusivismo e le truffe. L’Abruzzo, territorio particolarmente vulnerabile dal punto di vista sismico e ambientale, avrebbe un interesse strategico nell’applicazione efficace di questo strumento. Dal punto di vista politico, la conferenza stampa ha inteso illustrare le iniziative intraprese dal PD per difendere e rilanciare il Superbonus, anche nel contesto più ampio della transizione ecologica e della ricostruzione post-terremoto. Il senatore Michele Fina ha rimarcato l’importanza di un impegno parlamentare che non solo salvaguardi l’incentivo ma ne migliori la sostenibilità normativa e amministrativa, così da evitare la paralisi che ha colpito molte pratiche sul territorio. L’intervento di Fina appare emblematico di un tentativo di ricucire il rapporto tra istituzioni e cittadini, affinché la politica non si limiti a riempire moduli ma entri nel merito degli interessi reali. Nel contesto locale, invece, gli interventi di Albano, Pezzopane e Palumbo richiamano la necessità di una sinergia forte fra enti comunali e regionali per una capacitazione territoriale adeguata, spesso mancata nel recente passato. Non raramente, infatti, amministrazioni locali si sono trovate impreparate a gestire i complessi iter burocratici e tecnici richiesti dal Superbonus, con effetti negativi sui cittadini più deboli e sulle imprese edili. In un Paese come l'Italia, dove i terremoti rappresentano una ferita aperta nel tessuto sociale ed economico, misure come il Superbonus rappresentano non solo un incentivo fiscale, ma un vero e proprio strumento di resilienza. Parliamo in particolare del Superbonus complementare e rafforzato, pensato per le aree colpite da eventi sismici a partire dal 2009, tra cui spicca l'Aquila e il suo cratere. A oltre quindici anni dal devastante sisma del 6 aprile 2009, che causò centinaia di vittime e danni incalcolabili, la ricostruzione procede a ritmi alterni, ostacolata da burocrazia, inflazione dei costi e incertezze normative. Eppure, questo meccanismo, prorogato e potenziato nel 2025, si conferma una boccata d'ossigeno per famiglie, imprese e comunità locali, favorendo interventi di efficienza energetica e antisismici che vanno oltre la semplice riparazione. Ricordo brevemente di cosa si tratta. Il Superbonus rafforzato prevede una detrazione al 110% sulle spese per interventi di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, con una maggiorazione del 50% sui limiti di spesa ordinari, ad esempio, da 96.000 a 144.000 euro per il sismabonus. Questa versione "rafforzata" è alternativa al contributo pubblico per la ricostruzione, richiedendo una rinuncia volontaria da parte dei proprietari, e si applica a edifici residenziali danneggiati nei comuni dichiarati in stato di emergenza. Per l'aspetto complementare, invece, il bonus può integrare il contributo sisma coprendo le spese eccedenti, distinguendo chiaramente le parti ammissibili attraverso computi metrici unitari.de38a1 Beneficiari includono condomini, persone fisiche, IACP e enti del terzo settore, con asseverazioni tecniche obbligatorie per garantire congruità e requisiti. Le novità del 2025, introdotte dal DL 95/2025 convertito nella Legge 118/2025, hanno esteso il beneficio al 110% fino al 2026 per i crateri del 2009 e 2016, inclusi Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, mantenendo le opzioni di cessione del credito o sconto in fattura in deroga alle restrizioni generali. Per l'Aquila, questo significa continuità per i cantieri in corso, con un plafond di 330 milioni di euro per il 2024, esaurito a dicembre, e rimodulazioni per il 2026, come i 90 milioni stanziati per coprire le modifiche al Superbonus. Inoltre, l'ordinanza 222 del 31 gennaio 2025 ha aggiornato i costi parametrici con incrementi del 3-5% per compensare la fine del bonus, introducendo maggiorazioni per cantieri disagiati o efficientamento energetico, a patto di rinunciare al Superbonus dove applicabile. In Abruzzo, al 31 maggio 2025, si contano oltre 6.000 richieste di contributo per 1,38 miliardi di euro, con 12.737 cantieri conclusi e 8.694 in corso, testimoniando un'accelerazione grazie a queste misure. I vantaggi sono evidenti: non solo si accelera la ricostruzione, ma si promuove una transizione verso edifici più sicuri e sostenibili, contrastando lo spopolamento – un dramma che affligge l'Appennino centrale, con stime di 39.000 abitanti in più al 2043 in Abruzzo grazie a iniziative correlate come NextAppennino. Programmi come Ri.Vi.T.A. per le infrastrutture stradali, da 3,1 miliardi totali, e la flat tax al 7% per pensionati esteri rafforzano l'attrattività dell'area aquilana, integrando il bonus con sinergie universitarie e culturali, come la Scuola Superiore della PA all'Università de L'Aquila. Però, non mancano criticità. Il plafond esaurito e la burocrazia, con requisiti come CILA presentata entro marzo 2024 o delibere assembleari, rischiano di escludere molti, mentre la transizione al nuovo parametrico potrebbe generare contenziosi sui costi. In un contesto di inflazione e ritardi cronici, il Governo dovrebbe semplificare ulteriormente, estendendo i fondi oltre il 2026 e monitorando l'impatto reale per evitare che il bonus diventi un'illusione per chi è ancora in attesa di rientrare nelle proprie case. In buona sostanza, il Superbonus complementare e rafforzato non è solo un incentivo fiscale, è un investimento sulla dignità delle comunità colpite. Per l'Aquila, simbolo di resilienza italiana, rappresenta la chance di chiudere un capitolo doloroso e aprirne uno di sviluppo sostenibile. Ma serve visione a lungo termine. Insomma, proroghe spot non bastano, occorrono politiche strutturali per prevenire futuri disastri. Da questo punto di vista, il PD sembra voler rilanciare una funzione di coordinamento, semplificazione e assistenza, per non perdere i vantaggi di un’opportunità economica e ambientale che, mal gestita, rischia di trasformarsi in un boomerang. Il dibattito intorno al Superbonus pone però questioni più ampie. L’intervento pubblico in economia, che in questo caso si traduce in un’incentivazione massiccia, soffre di una profonda contesa tra esigenze di crescita e necessità di sostenibilità fiscale. Il rischio è che queste politiche rimangano frammentarie o debbano continuamente essere corrette a posteriori, generando instabilità normativa e sfiducia. Un secondo nodo riguarda la coesione fra la riduzione dell’impatto ambientale, obbligatoria per legge, e le esigenze reali dei cittadini abruzzesi, spesso legati a immobili storici o in contesti particolari, che richiedono un’attenzione specifica da parte delle istituzioni. In definitiva, la conferenza organizzata dal PD dell’Aquila si presenta come un momento di confronto utile, ma anche come un banco di prova sul come la politica regionale e nazionale pensa di rispondere alle sfide di una ripresa post-pandemica che deve innanzitutto occuparsi della qualità della vita dei cittadini. La capacità di tradurre politiche ambiziose in realtà concrete, efficienti e accessibili rimane il principale metro di giudizio. Si attende ora che dalle parole si passi alla verifica dei fatti, affinché il Superbonus 110% possa essere un volano di sviluppo reale e non solo uno slogan politico. L’impegno mostrato dal Partito Democratico, con una delegazione ampia e rappresentativa, è un segnale positivo in questa direzione, ma la complessità della situazione richiede collaborazione trasversale e rigore, senza il quale la moltiplicazione delle iniziative rischia di essere solo un esercizio di facciata