14 Ottobre 2025
A Bruxelles il confronto si trasforma in scontro politico. Alla vigilia delle trattative sul nuovo bilancio comunitario 2028-2034, le Regioni europee alzano la voce contro la proposta della Commissione Von Der Leyen, accusata di voler nazionalizzare la spesa e ridimensionare il ruolo dei territori nella gestione dei fondi di coesione. La protesta è esplosa nel corso della Settimana europea delle Regioni e delle Città, dove governatori e sindaci di tutta l’Unione, hanno lanciato un monito: la bozza del nuovo quadro finanziario rischia di rompere il legame diretto tra l’Ue e le sue Regioni, cuore della politica di prossimità europea. La presidente del Comitato europeo delle Regioni, parla di una proposta che di fatto trasformerebbe la politica di coesione in un semplice fondo di beneficenza, svuotandola della sua funzione originaria. Una scelta che, cancellerebbe decenni di collaborazione diretta tra Bruxelles e i territori, spostando il baricentro decisionale sui governi nazionali. A tentare di calmare le acque è intervenuta Ursula Von Der Leyen in un videomessaggio, assicurando che la coesione resterà guidata dagli stessi principi di sempre, con una governance condivisa nella quale le Regioni continueranno a rappresentare «l’anello di collegamento fondamentale tra l’Europa e i suoi cittadini». Anche il vicepresidente Raffaele Fitto, ha ribadito che il ruolo delle Regioni «rimarrà essenziale attraverso la gestione condivisa e la partnership», ma ha riconosciuto che «la coesione non può restare immutata» e deve adattarsi «a un mondo in pieno cambiamento». Le trattative sul futuro bilancio e il tesoretto della coesione - oggi dal valore di 392 miliardi fino al 2027 - tra il Parlamento europeo e i governi si preannunciano dunque in salita. Uno scontro a cui si affianca il report annuale realizzato dal Comitato europeo delle Regioni che fotografa un'Europa dei territori in cui - nonostante una crescita del Pil pro capite generalizzata - quasi due terzi delle regioni hanno perso competitività e oltre metà ha visto aumentare disoccupazione, povertà ed esclusione sociale. Anche il presidente di regione Abruzzo Marco Marsilio si unisce al monito: «Le regioni devono continuare ad essere al centro del prossimo bilancio europeo e della politica di coesione – ha detto il governatore Marsilio - come abbiamo visto con il settore automotive, sono i territori a subire le scelte scellerate di Bruxelles e a doverne gestire le conseguenze. La proposta sul bilancio settennale è lontana da quanto abbiamo richiesto come regioni e richiede profondi cambiamenti per salvaguardare la politica di coesione, uno strumento che negli anni ha mostrato la sua efficacia nello sviluppo dei territori».