17 Ottobre 2025
Teramo è ostaggio delle automobili, tra soste selvagge, l'annosa carenza di parcheggi e il traffico, che nelle ore di punta raddoppia i normali tempi di percorrenza. Per risolvere una situazione che sembra ormai fuori controllo, per la sezione locale della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta bisogna compiere una scelta difficile, ossia cambiare radicalmente il paradigma della mobilità urbana. Dopo l'ennesima nota di critica sui disagi legati alla carenza di parcheggi, questa volta da parte degli autisti dei mezzi pubblici, dalla FIAB arrivano proposte come l'introduzione di nuovi sensi unici e l'allargamento dei marciapiedi per stimolare un cambiamento nelle abitudini dei teramani, sempre più vincolati all'uso dei mezzi privati che sono alla radice delle problematiche da risolvere. «Se si scoraggia la circolazione delle auto e si facilita la circolazione dei mezzi pubblici - commenta il presidente FIAB Teramo Gianni Di Francesco - ovviamente si attenua il traffico e chi non può fare a meno della macchina ne giova. C'è una nostra proposta - va avanti - che è quella di mettere dei cartelli sui tempi di percorrenza a piedi e in bicicletta nei punti nevralgici della città, come la stazione dei treni e piazzale San Francesco. Si tratta davvero di pochi minuti - continua - per esempio si raggiunge l'ospedale in circa 15 minuti. » Attuare il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile nelle sue fasi più complesse, come una prevalenza di trasporto pubblico e di mobilità ciclistica e pedonale. Solo così, per FIAB Teramo, si può invertire una tendenza tanto vincolante come quella dell'uso smodato dell'automobile, così da liberare spazi destinati alla sosta e ridare vitalità e decoro alla città. «Nei paesi del nord Europa - spiega Di Francesco - basta una semplice mantellina e il problema della pioggia scompare. Questo diventa utile soprattutto per i bambini, che sono contentissimi di andare a spasso con la bicicletta. Una misura che va in questa direzione - prosegue - è quella delle strade scolastiche, che se venissero chiuse al traffico veicolare sarebbero più sicure e meno impattanti dal punto di vista del traffico. L'alternativa c'è - chiude - andiamo a piedi, andiamo in bicicletta.»