29 Aprile 2024
Le rivendicazioni sono quelle che ripetono da un anno e che hanno meso nero su bianco anche in un esposto presentato alla procura della Repubblica a cui, finora, non sono seguite azioni o interdizioni. I comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona sostenuti da altri ambientalisti della regione, ieri hanno fatto quella che definiscono un’azione di obbedienza civile, perché a disobbedire alla legge, sostengono, è stata la Snam, aprendo un cantiere che non poteva essere aperto prima di adempiere alle prescrizioni imposte dal ministero. Così ieri in dodici, tutti poi identificati dalle forze dell’ordine, si sono recati nel cantiere di Case Pente dove è in costruzione la centrale di spinta e hanno forzato la rete di recinzione inscenando una manifestazione di una mezz’ora dentro l’area di pertinenza di Snam. Oltre alla presunta illegalità del cantiere, i comitati denunciano quello che viene definito un oltraggio alla storia e al paesaggio della Valle Peligna e di Case Pente in particolare dove nel corso degli scavi sono state trovate alcune tombe risalenti al quarto secolo e che, solo per questo, dicono gli ambientalisti, dovrebbe indurre al blocco immediato dei lavori. E poi le rivendicazioni di sempre, che durano da quasi venti anni, contro un’opera che ritengono inutile e che sarà pagata cara: 2 miliardi e mezzo di euro che ricadranno sulle bollette e sugli investimenti del Pnrr. L’azione di forza dei comitati si è risolta senza violenze e senza interventi diretti né della vigilanza privata, né della polizia, che hanno assistito e controllato da lontano cosa stava accadendo nel cantiere. “Aspettiamo che la Snam ci denunci” dicono gli ambientalisti, così la questione approderà finalmente in tribunale.