12 Maggio 2025
Ancora una volta il diritto alla salute al centro della protesta in Abruzzo. L'associazione ALI Abruzzo si schiera apertamente a sostegno delle manifestazioni che stanno animando l'Alto Sangro e diverse aree interne della regione. Il motivo del contendere è la grave carenza di ambulanze medicalizzate, una situazione definita "insostenibile" dal direttore di Ali Abruzzo, Alessandro Paglia. Le comunità locali, supportate da sigle sindacali come la Cgil, dal Comitato cittadini territorio Ponte del Giovenco e dall'Osservatorio sanità Alto Sangro, denunciano come una sola ambulanza sprovvista di medico sia chiamata a coprire un vasto territorio, che durante i periodi di maggiore affluenza turistica arriva a contare fino a 70mila persone. Una situazione che mette a serio rischio la possibilità di interventi tempestivi, considerando anche la distanza di oltre 30 chilometri dall'ospedale più vicino. "Come si può spiegare a questi cittadini l'aumento della pressione fiscale di fronte a una sanità che di fatto non vedono?", si chiede con amarezza Alessandro Paglia. Ali Abruzzo sottolinea come la problematica non sia circoscritta al solo Alto Sangro, ma si estenda a una porzione significativa della regione, toccando anche l'assistenza sanitaria di base e la carenza di medici di famiglia. L'associazione evidenzia come gli sforzi per incentivare la residenzialità nelle aree interne rischino di essere vani se non accompagnati da servizi essenziali, con il diritto alla salute che rappresenta la priorità assoluta. Di fronte a questa criticità, Ali Abruzzo rilancia un appello alla Regione, agli amministratori locali e a tutti i portatori di interesse per un confronto costruttivo. L'obiettivo è individuare insieme soluzioni concrete per rispondere alla profonda crisi che sta attraversando la sanità abruzzese, partendo proprio dalle esigenze più urgenti delle aree interne. In Abruzzo, per quanto ci riguarda, servirebbe un immediato piano di investimenti strutturali per rafforzare la sanità territoriale, garantendo servizi ambulatoriali, diagnostici e di primo intervento più vicini ai cittadini delle aree interne e la promozione di una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, attraverso modelli di assistenza proattiva e percorsi di cura condivisi.