16 Aprile 2024
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che il prossimo dicembre celebra 70 anni di attività, presenta il report 2023 dei soccorsi tecnici effettuati in zone montane, in grotta e più in generale negli ambienti impervi del territorio. Nel corso dello scorso anno, le missioni sono state 12.349 per complessive 12.365 persone soccorse, di cui 7.622 feriti e 491 persone decedute. Le cause degli interventi sono cadute e scivolate, ma anche l’incapacità durante l’attività svolta e, in percentuale minore, un malore. Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo e lo shock anafilattico. Le attività maggiormente coinvolte sono l’escursionismo (42,5% dei casi) e la mountain bike (8%), davanti ad alpinismo, scialpinismo e sci su pista. E proprio avendo l’escursionismo il triste primato, attività che si svolge principalmente nei mesi estivi, sono giugno luglio agosto e settembre i mesi in cui si concentra il lavoro del Soccorso Alpino e Speleologico. Quanto alla ripartizione su base territoriale, i picchi degli interventi vengono toccati in Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Trentino, Valle d’Aosta e Veneto che, complessivamente, rappresentano più del 70% delle missioni di soccorso. L’Abruzzo incide per l’1,6%, che equivale a poco più di 190 interventi portati a termine, il 47% delle volte con il recupero di soggetti illesi o con ferite gravi, mentre sei sono stati i decessi. Qui le cause alla base degli interventi ricalcano il trend nazionale: al primo posto la caduta, al secondo la perdita di orientamento, al terzo la generale incapacità del richiedente aiuto.