Telefoni in carcere: fermati due napoletani con un drone

di Patrizio Iavarone

24 Aprile 2024

Li hanno trovati a qualche centinaio di metri in linea d’aria dal supercarcere di Sulmona oggi pomeriggio, lungo questa strada di campagna che affaccia sulla strada statale 17. Due napoletani con un’auto nera e nel portabagagli un armamentario che non lascia grandi margini di immaginazione: un drone, scatole di telefoni e powerbank, fili di nylon e moschettoni per gli agganci. Insomma tutto il necessario per far volare oltre le mura di via Lamaccio merce proibita. Telefoni, in questo caso, destinati verosimilmente ai detenuti di alta sicurezza del penitenziario. Una prassi, quasi, ormai, nel carcere di Sulmona dove più volte sono stati trovati in dotazione ai detenuti telefoni e droga, spesso fatti piovere dal cielo proprio grazie all’uso dei droni. L’ultima consegna dal cielo scoperta è stata a febbraio scorso, quando nel cortile interno del penitenziario, nell’area riservata all’ora d’aria, era stato trovato un sacco con otto telefoni e duecento grammi di hashish. Due settimane dopo in una vasta operazione di perquisizione che aveva coinvolto oltre cento agenti, erano spuntati nelle celle altri quattro telefoni. Oltre a quelli portati dentro dagli stessi agenti, uno di questi arrestato un anno fa. Tant’è che Sulmona è stato una delle carceri rientrate nella più vasta indagine nazionale sul mercato dei telefoni dietro le sbarre. L’operazione dei carabinieri oggi è scaturita dalla segnalazione di due persone che si trovavano nelle campagne circostanti, una delle quali è anche un agente di polizia penitenziaria. Quanto basta per ingenerare il sospetto e avvertire i carabinieri. I militari hanno così fermato i due napoletani, uno dei quali con regolare patentino per droni. In queste ore sono in corso gli interrogatori, in attesa che il magistrato, avvertito della vicenda, decida come procedere nei confronti dei due sospetti corrieri.

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