09 Maggio 2024
L’opposizione alla richiesta di archiviazione fatta dall’avvocato di parte non ha trovato accoglimento e oggi il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona ha definitivamente assolto i due medici, un ginecologo e un medico vaccinatore dell’ospedale di Sulmona, che nel giugno 2021 sottoposero a vaccino trivalente una trentenne incinta all’ottavo mese e mezzo di gravidanza che, dopo pochi giorni dal vaccino, perse il bambino. La donna di origine straniera, ma residente a Pratola Peligna, aveva presentato denuncia-querela perché nel bugiardino del Triaxis, questo il nome del vaccino, era chiaramente scritto che non deve essere somministrato a chi ha ricevuto in modo incompleto o non ha ricevuto affatto una vaccinazione primaria con tossoidi difterici e tetanici. Il problema di fondo è che della donna, trasferitasi a Pratola Peligna nel 2019, non vi era alcuna storia clinica nell’archivio della Asl, né era stato possibile reperirla nel suo Paese di origine. Insomma i medici non sapevano, né potevano sapere se il soggetto da vaccinare fosse tra i casi in cui il Triaxis non è indicato. La procura e poi il giudice oggi, hanno presa per buona la perizia di parte secondo cui non esistono controindicazioni all'utilizzo del booster – ovvero del Triaxis - anche all'ottavo mese di gravidanza, in quanto lo stesso è composto dagli stessi tossoidi per tetano, difterite e pertosse che rientrano nelle indicazioni ministeriali per la vaccinazione. L’avvocato di parte aveva chiesto di acquisire invece il rapporto vaccini Aifa 2021 ed incaricare uno specialista di malattie infettive per svolgere una perizia specifica al fine di accertare l'eventuale legame tra il parto prematuro e l'infiammazione delle membrane fetali accertate in sede di esame necrologico sulla placenta. I giudici, però, hanno ritenuto superflua l’indagine e hanno così deciso di prosciogliere definitivamente i due medici.